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Giulia Capriati : “Chi mi stima mi aiuta ad essere la versione migliore di me stessa”

Prima stagione nel calcio a cinque

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Giulia Capriati : “Chi mi stima mi aiuta ad essere la versione migliore di me stessa”

Alla scoperta di Giulia Capriati, classe 2004, pivot del Bitetto c5 al suo primo anno nel futsal dopo le passate esperienze nel calcio ad undici.

Ciao Giulia, per iniziare una breve descrizione della tua carriera sportiva

“Ho iniziato a giocare giá da quando ho messo fatto il mio primo passo, se non già da prima nella pancia di mia madre quando andavo a vedere le partite di mio papà che ha sempre fatto il portiere a livello amatoriale.

Sono entrata nel calcio all’età di 9 anni, ho provato a fare altri sport come il basket dove risultavo abbastanza portata, anche nel nuoto non ero male essendo in una famiglia di nuotatori, ma non c’era verso di farmi cambiare idea, il calcio era il mio pensiero fisso.

Ho iniziato nella Pink Bari nel 2018/2019 nelle categorie under 15 e under 17 contemporaneamente, con la quale ho vinto campionati di categoria e tornei, in più c’è stata la convocazione in rappresentativa per un anno.

Sono stata lì per circa due anni per poi passare nel Trani in serie C dove ho conosciuto un mister che non dimenticherò mai, Michele De Marzo, che crede in me dal primo giorno che mi ha vista, ha visto in me tanto, poi sono passata nella Phoenix Trani, con la quale ho svolto un campionato di Eccellenza per un anno e mezzo, per poi passare al Molfetta, squadra che mi ha ospitata per due anni e mezzo vincendo il campionato di eccellenza, vincendo la coppa puglia e andando in serie C, esperienza bellissima che mi ha fatto crescere tantissimo imparando tante lezioni e credendo tanto in me stessa quando nessuno lo faceva e poi, dopo aver avuto proposte da squadre del territorio, ho deciso di fermarmi a riflettere nel periodo estivo, e qui arriva il Futsal”.

I motivi del tuo passaggio dal calcio ad 11 al futsal e nello specifico al Bitetto

“Qui la risposta sembra quasi assurda, ma per purissimo caso è successo era un pomeriggio d’estate e stavo parlando con una mia amica, che ha continuato peró il suo percorso nel calcio a 11, e mi chiede casualmente di andare a fare una partitella estiva “all’amicizia” con la Mister Bellomo e la sua squadra. Inizialmente ero titubante ma ho colto la palla al balzo. Com’è andata? ero esausta dopo i primi 5 minuti, tutto completamente diverso dal calcio a 11.

Facemmo anche altre partite e ci tornai, fino a che la mister mi chiese “sei dei nostri?”, non ero molto convinta all’inizio essendo una cosa totalmente nuova per me, ma mettersi alla prova e avere nuovi stimoli è sempre bello, quindi mi sono buttata.

I primi allenamenti sono stati duri per via del cambio di ritmo e della tecnica che mi mancava, ma pian piano è andato tutto migliorandosi, la mia parola d’ordine è stata “fame”, lo è tutt’ora, altrimenti non avrei avuto questi risultati”.

Giudizio su squadra ed ambiente. La classifica rispecchia il vostro valore ?

“Posso definire questa squadra in una sola parola, casa. Per una volta mi sono sentita a casa, a mio agio, libera di poter giocare divertendomi e con una leggerezza unica. A partire dalla ragazza più impulsiva ed irrequieta della squadra e terminando a quella più timida e introversa, questa è casa ci siamo ritrovate tutte in ognuna di noi e, soprattutto, ci siamo sempre tutte, nei momenti migliori e nei momenti peggiori, sempre le mister sono disponibilissime sotto tutti gli aspetti, anche per un semplice confronto sulla vita privata per sentire un parere di chi ne sa più di te, ma soprattutto, parlando di tattiche, sono reperibili h24 per qualsiasi delucidazione, sono fantastiche!”.

La classifica? la definisco come un genitore severo che mette in punizione i figli quando si comportano male, una specie di punizione per quelle piccole cose che ancora non vanno bene come la cinicità che un po’ manca dopo il percorso fantastico nella coppa con Final Four annesse, ovviamente sappiamo di cosa siamo capaci, ma abbiamo ancora qualcosa da perfezionare sicuramente il nostro obiettivo fino alla fine sarà quello di fare più punti possibili per mantenere viva la possibilità play off, poi deciderà tutto il destino”.

La rete più bella finora segnata e la dedica nel tuo primo anno

“Il goal più bello sicuramente è quello segnato di mancino sotto l’incrocio contro il Futura Bitonto, non è il mio piede forte ma ogni tanto regala qualche gioia a livello emotivo direi quello segnato contro il San Severo perchè è stato il quello che mi ha permesso di sbloccarmi, dopo tanto tanto tempo a secco, è stato il punto di ripartenza”.

I tuoi primi tifosi e sostenitori durante le gare

“I miei primi tifosi in assoluto sono i miei genitori, senza ombra di dubbio, sempre presenti ad ogni partita per sostenermi e darmi forza poi sicuramente ci sono tanti amici che vengono a vedermi e che seguono la squadra da sempre, con il quale ho stretto un bellissimo legame di amicizia, un po’ gli ultras del Bitetto, tanti ci seguono forse perchè riusciamo a trasmettere qualcosa di bello che va oltre il semplice gioco, ma trasmettiamo anche il legame di squadra che c’è ed è sempre presente anche in momenti negativi.

Questo primo anno lo dedico a tutte quelle persone che non hanno creduto in me e hanno sempre dubitato delle mie potenzialità, senza avermi mai dato possibilità di esprimermi al 100% senza limiti e pressioni. Le ringrazio solo per avermi resa ancora più determinata e forte chi ha creduto in me, con le critiche costruttive e con i complimenti lo ringrazio costantemente facendogli vedere che non sbagliano nel farlo, anzi, magari grazie a chi mi stima mi aiuta ad essere la versione migliore di me stessa”.

 

Foto credit Asd Bitetto calcio a cinque femminile, Stefania Ceo e Annalisa Pugliese

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