Serra a ‘FanPage’: “Bisognava ripartire con un nuovo Ct, Bertolini ha sbagliato nel non mettere in discussione le proprie idee”

Bertolini Italia

Katia Serra, intervistata ai microfoni di “FanPage“, ha parlato inoltre più nel dettaglio degli errori fatti dalla Ct Bertolini, dell’impiego di Girelli e del prossimo corso delle Azzurre. Queste le sue riflessioni: “Bertolini ha sbagliato nel non mettere in discussione le proprie idee, l’errore più grande. La forza dell’allenatore invece è quella di avere elasticità rispetto al momento. È stata sbagliata l’ostinazione sulla marcatura a zona sulle palle inattive. A causa di questa scelta abbiamo fatto figuracce, la Svezia è stata solo l’ultima di una lunga serie”.

“Girelli? Cristiana è una giocatrice che ha nel colpo di testa una qualità speciale. Se la schieri devi fare un gioco che ne esalti la sua specialità. A livello internazionale i ritmi di gioco a volte sono molto alti in relazione al suo potenziale atletico. Credo che sia un limite della sua carriera. Ma per le sue doti indiscutibili, a cui abbina la capacità tattica di adattarsi a più modi di stare in campo le avrei dato più minutaggio, sì, ma ci stava che giocasse da subentrata”.

“La Nazionale deve ripartire da un gruppo che necessariamente andrà ringiovanito, anche se gran parte delle ragazze di questo Mondiale faranno parte del nuovo corso. Iniziare il torneo con Bertolini in scadenza è una responsabilità. Dopo il disastroso Europeo e le due gare di settembre era il momento di cambiare, bisognava ripartire con un nuovo CT e un nuovo gruppo”.

“Noi siamo di terza fascia a livello mondiale perché siamo partiti in gravissimo ritardo nel tentativo di far crescere il movimento. Dopo un’accelerata, da quasi un anno purtroppo ci siamo fermati e questo non aiuta. Anche a livello di selezioni giovanili bisognerà capire su quali criteri basarsi, se quello tecnico o quello fisico. Le cose non si improvvisano, sono aspetti indispensabili per decidere in quale direzione andare. Bisogna mettere al posto giusto le persone giuste, che abbiano a cuore il movimento e le competenze per farne parte. Non conta solo sotto l’aspetto tecnico, ma è un discorso a 360°, dalle scelte politiche fino a quelle mediatiche”.

TCF (2 – fine)

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