Lunghissima intervista rilasciata da Alessandro Spugna, tecnico della Roma Femminile, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2024.
L’ex Juve ed Empoli ha parlato di svariate tematiche, dal suo tipo di calcio ideale, alle sensazioni circa il rinnovo e le emozioni provate davanti la prima chiamata di Betty Bavagnoli della Serie A femmile. Queste le sue dichiarazioni:
“Questo rinnovo rappresenta una cosa molto importante, perché comunque è sinonimo di continuità, di fiducia da parte del club. Il fatto di continuare un percorso di crescita, ambizioso, siamo tutti molto ambiziosi, vogliamo raggiungere qualcosa di straordinario e di importante.”
“Con questa città ho un rapporto molto bello. Anche prima di arrivare ho sempre pensato che Roma fosse la città più bella del mondo. Chiaro che poi viverci è un po’ differente, ma è una città che mi piace molto, mi piace anche prendermi dei momenti per poterla vederla più da vicino. L’ho sempre visitata da turista, quindi vai a vedere i classici luoghi, ma in questo periodo ho cercato di vedere qualcosa di diverso. E’ una città straordinaria, che ti offre tantissimo e non ti annoi.”
“Le sensazioni che ho provato quando ho ricevuto la chiamata dalla Roma femminile è intanto l’essere stupito, perché non me l’aspettavo. Io ero ad Empoli ed era stato il mio primo anno in Serie A. Mi sembrava tutto molto di fretta, però immediatamente ho realizzato e mi sono subito catapultato nel pensare a cosa potessi andare incontro. Ero anche consapevole che arrivavo in un club molto importante come la Roma Femminile e c’era qualcosa di straordinario da fare.”
“Una figura che mi ha trasmesso tanto nel mondo del calcio credo sia Johan Cruyff, l’ho apprezzato non solo da calciatore, ma anche da allenatore e da dirigente. Credo che abbia dato un senso al gioco del calcio, in maniera differente rispetto a tutti gli altri. Ho sempre cercato di seguirlo, di leggere tanto di lui, di capire tanto. Penso sia stato una guida.”
“I miei principi di gioco sono quelli di voler dominare la gara, vogliamo portare un calciuo molto offensivo, fatto di tanto possesso. Vogliamo avere le giocatrici che siano tutte protagoniste della Roma femminile, quindi dobbiamo costruire dal basso, dobbiamo cercare di dominare la partita giocando nella metà campo avversaria. Questo molte volte comporta qualche rischio perché devi difendere spazi ampi alle spalle, però devi essere anche consapevole di portare qualche rischio.
Se vogliamo fare un calcio europeo, dobbiamo provare a fare questo. Deve essere un calcio molto aggressivo, fatto di riconquista immediata della palla persa. Non credo tanto nei sistemi di gioco, credo tanto nell’interpretazione dei sistemi di gioco, che sono due cose differenti. Per fare questo devi avere calciatrici brave, giocatrici che abbiano tanto coraggio e se vuoi arrivare in alto devi affrontare squadre importanti, affrontando calciatrici molto forti e devi giocare contro club importanti. Il coraggio lo devi sempre avere. Stiamo cercando di migliorare sempre questi principi di gioco perché non ti puoi mai fermare.”
“Ad allenare della Roma femminile sono arrivato quando mi è stata fatta una proposta. Ero alla Juventus, allenavo il settore giovanile maschile. Mi fecero la proposta di allenare la Primavera femminile. Iniziava il progetto a livello nazionale per la Primavera e io accettai subito, senza pensarci troppo. L’ho subito vista come un’opportunità, anche per completare quello che poteva essere il mio percorso di allenatore.”
“Nel mio percorso ho avuto la possibilità di allenare tante giocatrici giovani di talento e questo negli anni della Primavera e anche adesso. Nella nostra squadra ci sono tante giocatrici giovani. Ci sono anche state nel mio primo anno ad Empoli, ma soprattutto ora a Roma, calciatrici già più esperte e mature, che hanno fatto un percorso completamente differente rispetto alle giovani attuali. Qualche differenza c’è, però credo che il giusto mix sia la cosa più importante.
ùAlle giocatrici giovani di grande talento serve comunque l’esperienza che hanno avuto e il percorso che hanno fatto le ragazze più esperte. Però è anche vero che oggi le giovani hanno una grande fortuna, quella di poter lavorare fin da subito in club importanti a livello professionistico, che mettono a disposizione tanto.”
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