RaiSport, Morace: “Bertolini è molto brava e non ha bisogno di consigli, bisogna ripartire dallo spirito della ripresa con la Francia”


Carolina Morace, leggenda del calcio femminile italiano e attuale commentatrice delle Azzurre all’Europeo per RaiSport, ha concesso un’intervista a La Repubblica. L’allenatrice ha ricordato la sconfitta all’esordio contro la Francia analizzando poi la sfida odierna contro l’Islanda:

“Con l’Islanda le ragazze devono ripartire dallo spirito di Rotherham. Non hanno mollato, non si sono disunite. Nel secondo tempo il bilancio con le francesi è stato di un gol e cinque calci d’angolo a zero per noi. Per il resto Milena Bertolini è molto brava, non ho consigli da darle. Era difficile immaginarsi una partenza così da parte della Francia. Sarebbe stato meglio incontrarla più avanti, dopo averla vista all’opera. Anche a me successe di subire una debacle simile. Ricordo un 6-0 in amichevole dalla Danimarca. L’allenatore ci ribaltò. Mi dissi: ora gli faccio vedere chi sono. Avevo 20 anni. Diventai titolare inamovibile”.

“Fisicamente le islandesi sono dominanti e contro il Belgio hanno fatto 23 tiri in porta. Sono pericolose quando giocano la palla lunga, ma in difesa non tengono la linea. E hanno un lato debole: il sinistro. Le belga, invece, sono abili nel possesso palla, ma fisicamente non ci sono superiori”.

“C’è rammarico per qualche insulto di troppo alle calciatrici comparsi nei giorni passati. Se non siamo al livello delle francesi non è responsabilità di chi va in campo: siamo in ritardo di 20 anni. In Francia sono professioniste da un decennio. Hanno 100mila tesserate, noi 35mila. Per fortuna il punto di svolta è arrivato da poco anche nel nostro Paese, io ho le ginocchia a pezzi e non posso chiederne conto a nessuno. Le ragazze di oggi sì. Sono lavoratrici”.

“Quando si vedranno gli effetti? Dipende dal livello della Serie A. Ai miei tempi ci giocavano campionesse da tutto il mondo. Certo, con il professionismo più famiglie manderanno le figlie al campo. Un altro punto di forza è che il nostro movimento è inclusivo. Oggi uscire allo scoperto per un uomo è un rischio. In trasferta l’intero stadio lo insulterebbe. Prima di chiedere coraggio ai giocatori, educhiamo la gente”.

TCF


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