Sofie Junge Pedersen è una giocatrice che si è sempre dimostrata solidale nella lotta al cambiamento climatico. La centrocampista della Juventus per altro lo ha dimostrato anche scegliendo come numero di maglia il “2”, come i gradi entro cui limitare l’aumento della temperatura del Pianeta. La giocatrice danese ha parlato di questo argomento nella sua intervista a Repubblica. Queste le sue riflessioni: “La partita da giocare è lunga, ma se riusciamo a convincere gli appassionati di calcio a fare ognuno la propria parte per la salvaguardia della Terra, allora sì che lo sport avrà trovato la sua vittoria più bella. Il problema principale rimane quello delle emissioni di carbonio dovute alle trasferte. Su questo punto, però, qualcosa si può fare e da subito. Ad esempio, evitando di organizzare i viaggi all’interno della propria nazione in aereo. Ovviamente per le coppe internazionali la situazione è più complicata”.
“Anche i tifosi dovrebbero, come noi, accettare la sfida del cambiamento. Ad esempio, evitando di spostarsi per vedere le partite in auto, ma preferire un mezzo pubblico, un autobus, un treno. Magari quel giorno potrebbero anche evitare di mangiare carne, pensando a quale impatto ha il suo consumo sull’ambiente. Sono gesti piccoli, ma sono milioni le persone che fanno parte della comunità del calcio al mondo. Spesso anche le mie compagne me lo domandavano. Così ho organizzato un incontro con le compagne di squadra mostrando l’importanza delle azioni collettive e individuali per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Sono emerse tante idee. Con loro abbiamo parlato anche della questione di come riutilizzare l’attrezzatura sportiva, le divise soprattutto. Forse, se ne potrebbero usare meno, abbassando le emissioni”.
“Il mondo è più grande del calcio. Penso alle popolazioni che per colpa dei cambiamenti climatici stanno lottando per la propria sopravvivenza. È un momento cruciale per il nostro Pianeta. Bisogna cominciare ad invertire la marcia. Ora. I gesti e le voci dei calciatori, soprattutto di quelli più carismatici, possono far arrivare il messaggio più velocemente attraverso i tanti strumenti di comunicazione. Sono sicura che il mondo li seguirà”.