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Parma, Martinovic: “La salvezza è un obiettivo alla portata, Panico ha riportato entusiasmo e con Banusic e Cambiaghi c’è un bel feeling”

3 Dicembre 2022 - 21:02

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È un periodo estremamente positivo quello che sta vivendo Melania Martinovic. L’attaccante ex Fiorentina, in gol contro Juventus e Inter, si è raccontata sulle pagine della Gazzetta di Parma svelando da dov’è nata l’esultanza contro le nerazzurre e parlando dell’obiettivo salvezza con le crociate. Queste le sue dichiarazioni:

“L’esultanza contro l’Inter? Qualche giorno prima della partita ho chiesto a Emma, la mia nipotina di 2 anni alla quale sono legatissima, di mimare un cuoricino con le mani. Lei ne ha usata solo una, portandola vicino all’occhio. Allora le ho detto che avrebbe dovuto completare il gesto pure con l’altra mano. Ma Emma si è mostrata irremovibile. Le ho promesso che se avessi segnato, quella sarebbe stata la mia esultanza. Così da fissare in Emma uno splendido ricordo quando mi avrebbe vista in tv. E’ andata bene, per fortuna. Adesso la mia piccolina, pian piano, sta imparando a fare il cuore con entrambe le mani. Al prossimo gol mi sa tanto che dovrò modificare l’esultanza.”

“In rete contro le grandi? Tanta applicazione in settimana e un grande lavoro di squadra. Quando leggi le cronache delle partite, l’occhio va subito sul nome del marcatore presente nel tabellino. Ma dietro quel gol c’è sempre il contributo determinante delle compagne. Prendiamo la mia rete alla Juve, io l’ho buttata dentro, ma vogliamo parlare del cross di Farrelly. Il mister le ha detto che aveva la marmellata sul piede. E lei ha messo lo zampino anche contro l’Inter. Il suo tocco nell’azione che ha determinato il vantaggio è stato decisivo sulla misura in cui ha sorpreso, scavalcandola, Van Der Gragt. A quel punto, io ho dovuto solo fare il mio.”

“Quello con il gol è un rapporto che si coltiva nella quotidianità. Ci sono periodi in cui la palla non vuol proprio saperne di entrare e altri, invece, dove il gol arriva persino nella maniera più casuale possibile. Quando vivi una fare prolifica, devi sfruttare l’onda. E per me, questo, è un momento di serenità totale. Le motivazioni e la tranquillità aiutano tantissimo.”

“Ho iniziato a giocare nel parco giochi sotto casa, dove trascorrevo interi pomeriggi. C’erano tanti maschietti e sempre un pallone da rincorrere. Facevano a gare per chi doveva prendere in squadra me e la mia migliore amica, eravamo bravine. Sul serio poi ho cominciato a giocare fra le fila della Totti Soccer School, in Serie C, conquistando lo scettro di capocannoniere. Prima di arrivare in A la gavetta è stata lunga.”

“Modelli? Per caratteristiche mi hanno sempre paragonato a Pippo Inzaghi, però andiamoci piano, magari avessi le sue qualità.”

“Al Parma mi trovo benissimo, nel gruppo si respira armonia, ora ancor più di prima. Con le mie compagne di reparto, Cambiaghi e Banusic, si è creato poi un bel feeling. Banusic è quella che inventa, in campo lei vede ciò che le altre non vedono, è imprevedibile nelle sue giocare che qualcuna rischio di perdermela persino io.”

“La salvezza è un obiettivo alla portata, vista la qualità della nostra rosa. Ci aspettavamo un campionato diverso. All’inizio, purtroppo, non abbiamo reagito alle difficoltà. Panico ha restituito entusiasmo, il punto conquistato con l’Inter ci ha caricate in vista della sfida col Sassuolo. Il Tardini? Quando entri in quello stadio, capisci che non puoi tirarti indietro. E che devi dare tutto, fino all’ultima goccia di sudore.”


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