Ospite d’eccezione ai microfoni di La7 prima della sfida odierna tra Fiorentina e Milan, il tecnico della Juventus Joe Montemurro ha toccato vari argomenti: dalla crescita della squadra in campo europeo al suo rapporto con Mister Spugna. Ecco le riflessioni dell’allenatore bianconero: “L’ultima rimonta di campionato a Parma? Sono partite in cui si vede la forza della squadra. Il campionato è cresciuto, abbiamo visto altre squadre forti rimontare negli ultimi minuti. Al Tardini per noi è stata una gara importante per trovare continuità”.
“La Serie A? La crescita si vede tanto nelle squadre anche per le giocatrici straniere di alto livello che sono arrivate. Si è alzata la qualità tecnica e tattica delle varie rose. Ogni partita è difficile ed è complicato trovare continuità. C’è stata una crescita importante in breve tempo”.
“La necessità di vincere sempre? Quando una squadra è abituata a vincere ce l’ha nel DNA e questo deve essere una base di partenza. Ogni settimana è una sfida, e la Champions è una motivazione extra. Servono sfide interne, anche tattiche e tecniche. Sfide di squadra e individuali per migliorarci. Così ogni settimana è interessante e motivante”.
“Il corso a Coverciano? Non me la ricordo, sono passati tanti anni. Io sono stato un calciatore molto modesto, ma come allenatore ho fatto un percorso diverso. Ma il cammino è sempre di allenarsi e portare avanti un certo discorso. I miei principi sono la passione, l’educazione, l’ossessione di guardare tante partite. Sono sempre davanti alla televisione a guardare troppo calcio e mia moglie non è contenta. Bisogna sempre educarsi al calcio che è sempre in mutamento. A Coverciano è stata un esperienza veramente bella. Quando sei in un ambiente come quello la crescita è importante. Ho trovato nei campioni l’umiltà, la curiosità nei miei confronti, verso l’Australia e verso il mio modo di vivere il calcio. Questi ambienti ti fanno crescere”.
“La passione per la Juventus? Mio zio mi portava a vedere delle partite al vecchio cinema Italia. Facevano vedere delle partite di calcio. La Juventus Soccer Club di Melbourne è stata uno dei punti di riferimento per gli immigrati in Australia dall’Italia. Io ho giocato lì da quando avevo nove anni. E poi mio zio mi portò la maglia della Juve e mia madre ha fatto fatica a farmela togliere”.
“Il rapporto con Mister Spugna? È da poco che lo conosco. Ma ci siamo legati perché entrambi vogliamo contribuire a far crescere il calcio femminile italiano anche in Europa. Entrambi giochiamo un calcio piacevole e condividiamo la credenza sull’importanza di tutte le giocatrici della rosa. Ogni ruolo e ogni momento sono importanti”.
“Quando al Top in Europa? Difficile da dire. Ogni anno cerchiamo di arrivare dove vogliamo, ma è fatto di sfide e di emergenze. La cosa importante è continuare a fare bene in Serie A, con quella arriva anche la Champions. Dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide con tutte le calciatrici e lo staff. Qui il progetto è quello di mettere pezzi in maniera sostenibile per arrivare più in alto possibile in Europa”.
“Allenare nel maschile? Non ci ho mai pensato, ho sempre pensato al lavoro davanti a me. Ne ho avuto l’opportunità ad un livello abbastanza alto in Australia. Parliamo sempre di calcio, se arriverà questa opportunità la valuterò”.
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