Juventus, Schatzer: “Essere a Vinovo è il sogno di tutte, sono nel club più grande d’Italia ma cerco di non darmi troppe pressioni”

Schatzer

Recentemente una centrocampista classe 2005 è diventata la più giovane calciatrice ad aver firmato un contratto da professionista con la Juventus: si tratta ovviamente di Eva Schatzer, capitana della Primavera e spesso aggregata nella Prima Squadra di Montemurro. Insomma, una delle bianconere il cui futuro appare più florido. La giocatrice si è raccontata in un’intervista a ‘JuventusNews24’, di cui riportiamo un estratto: “I miei inizi? Quando avevo 3 o 4 anni ho iniziato a giocare a calcio a casa mia insieme ai miei due fratelli più grandi e a mio papà. Dopo qualche anno mi sono iscritta alla società del mio paese dove ho giocato insieme ai maschi. Dopo due-tre stagioni ho cambiato squadra e ho cominciato con le ragazze a Bressanone. Da lì poi è arrivato il passaggio alla Juve nel 2020 insieme a mia cugina Elisa Pfattner che ora gioca con me in Prima Squadra”.

“Con lei ho un rapporto molto stretto perché conviviamo ormai da cinque anni. Già prima di arrivare alla Juve giocavamo insieme in un posto a due ore da casa nostra. Eravamo in convitto tutta la settimana e poi tornavamo a casa nel weekend. Gioco con lei da quando avevo otto anni e in campo ci siamo sempre trovate bene. Ci capiamo anche senza guardarci: lei sa sempre quando correre e io le passo la palla senza neanche vederla. È una persona molto legata a me e ci troviamo bene insieme”.

“Entrare a Vinovo è stato un momento di orgoglio, credo sia il sogno di tante ragazze in Italia e nel mondo. La Juve è la società più grande d’Italia, ci sono pochi posti disponibili. Cerco di dare il massimo giorno dopo giorno per meritarmelo. Le strutture sono bellissime: è il posto ideale per migliorarmi. La parte mentale è decisiva, io cerco di non darmi troppe pressioni, anche la mia famiglia è tranquilla con me. Non mi dicono mai di fare o non fare qualcosa. Se ottengo un risultato meglio ma anche non dovessi farcela non è un problema. Anche gli allenatori che ho qui mi trasmettono tranquillità in campo. Quando la avverto cerco di ascoltare la musica, di rilassarmi e di pensare solo a giocare a calcio”.

“È un onore sentire da Montemurro che sono cresciuta tanto. Sono migliorata nel ricoprire più ruoli nel centrocampo, all’inizio ero molto più statica davanti alla difesa. Con lui ho imparato a ruotarmi e a capirmi meglio con le altre, a essere più offensiva, a cercare anche la conclusione. Lui presta grande attenzione al centrocampo”.

“Modelli? Mi ispiro ad Aitana Bonmatì del Barcellona, ma anche qui alla Juve ho molti modelli da seguire. Di Pedersen guardo la posizione in campo e l’equilibrio, di Grosso e Caruso gli inserimenti offensivi; di Rosucci la personalità che ha in campo e il modo in cui trascina le compagne; Cernoia è mancina come me e cerco di prendere spunto dalle punizioni che batte a fine allenamento”.

TCF (1 – segue)

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