Juventus, Caruso: “Tornassi indietro rifarei tutta la vita la scelta di venire a Torino, anche se a 17 anni non è stato facile”

Arianna Caruso

Arianna Caruso non era neanche maggiorenne quando lasciò la sua Roma per trasferirsi a Torino, alla Juventus, per iniziare una carriera tra le grandi. Quasi sei anni dopo, la centrocampista è diventata un faro sia del club che della Nazionale, segno che la scelta presa da ragazza era stata quella giusta. Un momento delicato della sua carriera e della sua vita, che la giocatrice ha raccontato con dovizia di particolari al portale ‘Cronache di spogliatoio’: “Quando ero alla Res Roma, arrivarono alcune offerte. Poi, ecco la Juventus. Per venire qui a Torino il club aveva organizzato tutto il viaggio per me e la mia famiglia. Mi hanno fatto fare il giro dello stadio e del museo, spiegandomi tutto il progetto. Io andavo ancora a scuola e loro lo sapevano: ‘Non devi preoccuparti di nulla. Noi abbiamo una scuola a disposizione. Se non fai il nostro indirizzo scientifico, puoi andare in un’altra scuola pubblica e intanto stai in convitto da noi”.

“Avrebbero pensato a tutto loro: cibo, vestiti da lavare, passaggi col pulmino. E a 17 anni, se ti dicono una cosa del genere, non puoi rifiutare. Penso che anche per i miei fosse un sollievo: vedere la propria figlia andar via di casa a 17 anni, senza finire neanche la scuola, poteva essere una preoccupazione. In realtà, ringrazio i miei genitori perché se non li avessi ascoltati, non sarei arrivata alla Juventus”.

 “Una settimana prima della chiamata della Juventus, incontrammo un’altra squadra. Sarei dovuta andare a vivere con un’altra persona, avrei dovuto cercare io una scuola e provvedere autonomamente agli spostamenti. Non avevo neanche la patente. Era difficile, ma io sono molto istintiva. Dopo il colloquio, dissi già: ‘Va bene lo stesso, voglio firmare’. I miei invece temporeggiavano: ‘Arianna, calmati. Aspetta un attimo’. Neanche a farlo apposta, arriva la Juventus”.

“Loro sono entrati con un altro passo nel mondo del calcio femminile. E i risultati sono la miglior prova possibile. A 17 anni ci ho pensato molto. Non è stato facile, anzi. Sono stata male: Torino non è dietro l’angolo per me che vengo da Roma. Dovevo lasciare la scuola all’ultimo anno, i miei amici, la mia famiglia. Ero molto spaventata, ma tornassi indietro rifarei tutta la vita questa scelta”.

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