Prosegue l’intervista rilasciata da Eleonora Goldoni ai microfoni di ‘SassuoloNews’. L’attaccante neroverde classe 1996 ha analizzato la crescita del calcio femminile italiano, dicendo la sua sul nuovo format della Serie A e sulle sue attività e iniziative sui social. Queste le sue riflessioni: “Il trasferimento al Galatasaray? C’è stato qualcosa di concreto. C’è stato un interesse ma il club non ha permesso il mio trasferimento. Ho un altro anno di contratto con il Sassuolo, quindi diciamo che il mio futuro dipende molto dalle decisioni che prenderà il club”.
“Con il professionismo in concreto noi calciatrici abbiamo diverse tutele dalla nostra parte, un minimo salariale a seconda delle fasce d’età. Penso che ci siano grandi miglioramenti a livello organizzativo e anche per le strutture. Ogni club si sta muovendo per poter assicurare il meglio alle calciatrici. Il nuovo format? È stato un campionato strano. Un format veramente particolare, deciso però a maggioranza, perché anche noi calciatrici siamo state coinvolte nella votazione e alla fine è stato scelto perché lo ha scelto la maggioranza. Ridurre a 10 squadre il campionato ha innalzato il livello della squadra, meno posti, meno probabilità di far parte di una rosa, ma è anche vero che a me piacerebbe tornare a 14-16 squadre, quando saremo pronte in Italia, fra un paio d’anni, poter fare un campionato con andata e ritorno e non con divisione in poule salvezza e poule scudetto”.
“Per crescere il calcio femminile ha bisogno di abbattere gli stereotipi e aumentare la curiosità, poi più tifosi e interesse soprattutto economico. Io credo che ci si avvicinerà a cancellare totalmente il pregiudizio nel calcio femminile, perché abbiamo visto da qualche anno a questa parte si stanno facendo passi da gigante nell’abbattimento di questi stereotipi e si arriverà a far conoscere il calcio femminile sempre più per quello che veramente è”.
“Non cercherei di gestire come gestisco i social diversamente perché pubblico e condivido quello che io sono e faccio durante la giornata, gli ideali in cui credo. C’è tanta gente che giudica senza conoscere o fermandosi alla prima idea. È vero che ci sono i pro e i contro di essere sottoposti a tanta visibilità ma se in cuor mio c’è la consapevolezza di dare sempre il massimo quando sono in campo, per la mia soddisfazione personale e per il bene della squadra, e poi mostrarmi per quello che sono senza mai forzare nulla, io non posso controllare gli altri e quello che pensano”.
“Tra cinque anni mi vedo all’estero, mi piacerebbe andare a giocare e a vivere all’estero. Una volta terminata la carriera sul campo ho tante idee per la testa, sfruttando le mie passioni, lo sport, la creazione di contenuti per condividere, con lo scopo di aiutare chi decide di seguirmi e andare in giro per il mondo, a viaggiare”.
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