Genoa, Filippini: “Nelle ragazze vedo voglia costante di imparare e migliorare, in un paio di stagioni si può puntare alla A

Carissimi

Sette vittorie e due pareggi, un bottino davvero ottimo quello di Antonio Filippini da quando ha preso in mano il Genoa Women. Grazie a questi risultati il Grifone ha chiuso in trionfo la propria annata, riuscendo a mantenere la Serie B. Il mister, che racconta la sua esperienza a ‘Il Secolo XIX’ è molto soddisfatto del lavoro fatto e guarda con fiducia al futuro, in cui, secondo lui, si potrà anche tentare la promozione in massima serie: “Quando Marta Carissimi mi ha telefonato, mi ha prima di tutto chiesto se fossi interessato ad allenare le donne. Io non avevo esperienza ma mio fratello maggiore Fabio, ha allenato a livello amatoriale squadre femminili, in cui ha giocato anche mia moglie. Ho sempre seguito il calcio femminile e mi incuriosiva, per cui tutto è partito da lì, da quella mia risposta affermativa. E credo proprio di aver fatto la scelta giusta”.

“Abbiamo chiuso con una media superiore a quella del gruppetto di squadre del nostro livello. Sapevamo di dover fare punti tra febbraio e marzo, quando il calendario ci avrebbe messo di fronte avversarie alla nostra portata. Poi dopo siamo scivolati solo nella trasferta di Trento ma a San Marino ho visto quanto la mia squadra sia migliorata in questi mesi. Abbiamo vinto 4-1 e chiuso la pratica salvezza”.

“Per allenare le ragazze non servono tecnici che urlano e dicono parolacce. Io non sono così, non lo sono mai stato. E non lo era Mazzone, un allenatore che per la mia carriera è stato fondamentale. Gli sarebbe piaciuto allenare le ragazze, hanno una voglia pazzesca di imparare. In 12 anni con i maschi avrò avuto da parte loro quattro o cinque domande sulla tattica, qui in cinque mesi ho dovuto rispolverare il corso Uefa A e il corso Uefa B. Vogliono sapere tutto. Mi rivedo in loro, nella voglia costante di imparare e migliorare”.

“Mi sono commosso per la partecipazione del pubblico. Per conquistare i tifosi servono i risultati ma serve anche lo spirito che le ragazze hanno. Sul 5-2 per il Napoli continuavano a spingere perché volevano arrivare al pareggio anche se alla fine mancavano solo pochi minuti. Non si arrendono e il loro è un calcio anni Ottanta e Novanta, quello che faceva innamorare. Un calcio che si vede in Premier, con poche interruzioni, senza simulazioni e perdite di tempo, molto giocato”.

“Io credo che servano un paio di stagioni per arrivare in Serie A. Nella prossima dovremo ridurre il gap dalle prime, portarci vicino al gruppo di testa. E poi l’anno successivo partire con l’obiettivo della promozione. Come accade ogni anno, arriveranno ragazze nuove e altre partiranno. Fondamentale sarà continuare con la stessa voglia di migliorare che ho visto in questi mesi. E molto importante è il lavoro che sta facendo la società: ha obiettivi ambiziosi anche nel femminile”.

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