Gama a ‘La Stampa’: “Non torniamo indietro ma aumentiamo la visibilità per rendere il professionismo sostenibile. Come nuovo Ct vorrei uno o una brava, il genere non mi interessa”

Gama

Seconda parte dell’intervista concessa da Sara Gama a La Stampa. La capitana della Juventus ha parlato anche del possibile nuovo Ct della Nazionale Azzurra, della crescita del movimento e della Champions con le bianconere. Queste le sue riflessioni: “Conta il fatto che ora possiamo offrire contratti da professioniste. L’azzurro è l’immagine del nostro ambiente, va tutelato, le due realtà dovrebbero procedere allineate. Il professionismo soffrirà per questa batosta? Non sarebbe giusto. Non basiamoci sull’emotività, i nostri club fanno bene, anche in Europa e il professionismo serve per mettersi in pari. Non torniamo indietro ma aumentiamo la visibilità per rendere il professionismo sostenibile. Come si fa? Con infrastrutture adeguate e questo è un tema dolente pure al maschile, con professionalità elevate”.

“Che figura vorrei sulla panchina dell’Italia? Uno o una brava. Il genere non mi interessa, uomini e donne hanno stile diversi, ma conta che sappiano parlare di calcio e quella è una lingua comune: la differenza sta tra chi la conosce e chi no. Se vorrei una persona che conosce già il nostro calcio? Non escludo, accolgo chiunque porti grandi capacità o conoscenza. Non voglio chi è da tutta la vita nel nostro calcio senza stare al massimo, così come non serve qualcuno che abbia doti evidenti e sia disinteressato”.

“Noi Women l’unica Juve in Europa? Per noi poco cambia, la Champions è una vetrina importante e permette al club di attestarsi in una fascia alta dove vogliamo abitare. Saremmo felici di accogliere tifosi orfani delle serate europee. Già ci davano un’occhiata e se sentono carenza dei nostri colori noi siamo qui. Il bianconero è una famiglia e i tifosi lo sono a 360 gradi. Il nuovo assetto societario? Non cambia nulla, non abbiamo mai smesso di sentire il supporto, ci sono sempre state date le condizioni migliori e capiamo di valere delle novità, per esempio il nuovo sponsor di maglia, la piattaforma Fem, del gruppo Gedi”.

“Pronta a fare la dirigente in Azzurro? Da anni sto in difesa e faccio parte del consiglio federale, sono vicepresidente dell’Assocalciatori. L’azzurro per me è importantissimo e sono sempre disponibile, in ogni ruolo. La federazione mi ha invitata ai Mondiali ma ho rifiutato? Ero pronta a giocarli e non si cambia in corsa, non c’erano le condizioni”.

“La7 che ha lasciato il calcio femminile per il calcio saudita? Dinamiche economiche. E scelte. Il calcio è un’opportunità, una piattaforma gigante e usarla per un Paese in cui i diritti sono come minimo un tema aperto non è il massimo. Sarebbe bene salvaguardare il fascino del calcio Europeo. Esiste solo qui ed è ora di chiedersi se si sta facendo quello che è giusto per preservarlo e innovarlo”.

“È l’estate di «Barbie» ed esiste anche una barbie-Gama? Quando mi hanno proposto di diventare una barbie non avevo capito. Ora, a distanza di sette anni, so di essermi legata felicemente a un’occasione. Era l’inizio della nostra Juve, del successo del movimento e pure di un cambio culturale per un marchio che ha capito di dover mettere un messaggio dentro la bambola. Un segnale per le bambine: tu puoi essere chi vuoi. E lo fa pure con il film, per questo ha successo”.

TCF (2 – fine)

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