“Sono un zingaro felice che viaggia insegnando calcio, pronto a vivere sempre nuove esperienze. Però, lo ammetto, qui a Sassari ho trovato un piccolo Paradiso”. Alla scoperta di un tecnico che ha fatto innamorare la Torres, la società femminile più titolata d’Italia. Mauro Ardizzone è arrivato a stagione in corso. Dopo l’uscita di scena (dolorosa per il presidente) di mister Arca e dopo una breve parentesi con un tecnico preparato come Marino. Arrivato però a consegnare le sue irrevocabili dimissioni.
Prima di raccontare il matrimonio Ardizzone-Torres, un passo indietro. Ecco la storia di un tecnico che ha dentro una curiosità inesauribile. Che l’ha portato a vivere esperienze fantastiche. “Il calcio mi è entrato nella pelle giocandolo da bambino per strada, in un quartiere di Milano, Lorenteggio-Giambellino. Ho sempre desiderato fare l’allenatore e potete capire la gioia che ho provato quando sono entrato nel Milan. Mi occupavo delle Academy estere. Sono stato a Giacarta, al Cairo, a Miami, a Dubai. Ho anche lavorato nel Settore Giovanile rossonero con la classe 2000. Un gruppo di ragazzi veramente interessanti”.
Poi la strada di Ardizzone e quella del Milan si sono divise. “E ho continuato a girare. A insegnare calcio dove mi chiamavano. Sono stato in Venezuela. Le ultime esperienze le ho vissute a Gibilterra con il Mons Calpe. La squadra era più o meno ultima in classifica. Come la Torres. Una situazione bruttissima. Ho perso la prima partita poi, se non ricordo male, le ho vinte tutte. Infine nella passata stagione ho collaborato con Montero alla Sambenedettese”.
TCF (1 – segue)
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