Il focus di Katia Serra, intervenuta alla trasmissione “TCF“, si sposta poi sulle dinamiche del gruppo Azzurro e sui cambiamenti apportati dalla Ct Bertolini. Queste le sue dichiarazioni: “Le veterane si sono formate per metà della carriera da autodidatte e per l’altra metà con degli insegnamenti importantissimi e con un’organizzazione che gli ha permesso di fare il salto di qualità. Le giovanissime, fortuna loro, sin dal primo giorno che hanno approcciato al calcio l’hanno fatto all’interno di organizzazioni importanti, sia per l’aspetto formativo che organizzativo. Il punto di incontro sta nell’essere consapevoli che quando si va in campo bisogna sempre dare tutto, veterana o giovane. Senza questa mentalità non puoi diventare performante e una giocatrice che possa durare nel tempo. Credo che Dragoni abbia dimostrato intanto non solo la personalità, ma anche la serenità che le giovani hanno più delle veterane, perché il percorso le ha aiutate. Al tempo stesso le veterane continuano a confermare che senza fame poi non si dura nel tempo. A me piace questa duplice lettura, nel mettere insieme giovani e veterane”.
“Il gruppo squadra può fare la differenza, la cosa più importante tra donne è andare d’accordo, al di là dei valori individuali. Effettivamente all’Europeo ci sono stati dei problemi oggettivi sotto questo punto di vista. Inoltre bisogna aggiungere che questa spensieratezza e unità del gruppo nasce, non solo dalle relazioni fra le ragazze, ma anche dalla Ct Bertolini che ha alleggerito determinati suoi comportamenti durante la gestione del lungo ritiro, concedendo molto più svago, concedendo più tempo libero. Sono in centro ad Auckland e non nella campagna inglese. La stessa Ct che è sempre stata una sergente di ferro sotto questo punto di vista, io la conosco da oltre 30 anni ed è stata anche mia compagna di squadra nonché mia allenatrice, quindi tutti noi conosciamo bene Milena. Anche a Milena è servita l’esperienza negativa di un anno fa perché fortunatamente ha alleggerito alcuni aspetti gestionali che hanno permesso al gruppo di vivere al meglio l’attesa, il ritiro e quindi tutto quello che significa arrivare nella partita nelle migliori condizioni mentali e non solo fisiche. Ricordiamo che siamo stati brillanti contro l’Argentina, mentre un anno fa eravamo sulle gambe in ogni partita, perché non funzionavano né le gambe, né la testa. Adesso sono state fatti dei miglioramenti, anche sulle metodologie e questo è certamente più utile per poter sfruttare il nostro potenziale. Non ci dobbiamo illudere, siamo una squadra secondo me normale, però un conto è poter dire di aver fatto il massimo, un altro è tornare a casa con dei rimpianti”.
TCF (2 – segue)