Esclusiva TCF – Italia U16 e 23, Ct Leandri: “Il mio compito è quello di prepararle al futuro”


Mister Leandri, tecnico dell’Under 16 e dell’Under 23 azzurra ha un compito difficilissimo. Quello di gestire le emozioni delle sue calciatrici.

Si va dal classico ma assolutamente non banale primo anno per una ragazzina di 15/16 anni, all’emozione della prima maglia azzurra ufficiale, quella dei grandi, per le calciatrici dell’Under 23. 

E’ ovvio che seppure i risultati siano sempre importanti nello sport. la preparazione e la crescita di queste ragazze sia il tema principale con il quale Leandri si deve confrontare.

Per il bene delle stesse ragazze e del calcio femminile italiano in generale, che potrà usufruire della loro crescita tecnica, tattica, fisica e caratteriale.

Se deve parlare con una sua ragazzina dell’Under 16, per spiegarle come diventare una calciatrice, cosa le dice?

“A saperlo.. (ride il mister, n.d.r.). A parte gli scherzi, oltre le frasi fatte su impegno e sacrificio, dico che la prima cosa che devono fare è quella di seguire la loro passione. Una passione non potrà mai essere un sacrificio. Purtroppo ancora necessitano obbligatoriamente di un piano alternativo, perché anche se arriveranno in Serie A, rischieranno di avere un lavoro precario. Quindi è importantissima la scuola.

Devono inseguire e cullare la loro passione dando il massimo di loro stesse, con umiltà”.

E se invece deve parlare con una sua ragazza dell’Under 23, per spiegarle come fare l’ultimo scalino, cosa le dice?

“Qui se possibile è ancora più difficile. Le ragazze giocano tutte in Serie A ed il problema diventa il fatto che in alcuni casi giocano poco. A volte tendono a piangersi un po’ addosso, per l’arrivo delle straniere.

In questo caso prendo in prestito una frase di Velasco. Un maestro anche sotto l’aspetto della comunicazione (oltre che nei risultati ottenuti nella pallavolo). Lui disse che non si doveva bloccare l’ingresso alle straniere. Se facessimo giocare le nostre giovani, non avendo le straniere, il livello non si alzerebbe mai. Inoltre non ci renderemmo conto di quali sono i loro limiti.

Lo trovo assolutamente giusto. Non bisogna quindi piangersi addosso ma lavorare per conquistarsi il posto. Se lavorando arrivi a giocare te al posto della straniera vuol dire che sei da Nazionale maggiore. La competizione ti aiuta a crescere. La cosa fondamentale da aggiungere è che le straniere che arrivano nel nostro campionato devono però essere di livello”.

Lei ha a che fare con atlete che hanno in alcuni casi 8 anni di differenza. Che differenze ci sono e come è cambiato il calcio femminile in questi otto anni? 9

“La differenza è davvero enorme. I percorsi sono stati totalmente differenti. Quelle della Under 23 hanno iniziato a giocare per strada con i maschi, sono state spesso costrette a spostarsi da casa per giocare in società dilettanti. Hanno una tempra diversa. Sanno di avere una occasione, forse una delle ultime, e la vogliono sfruttare perché sanno di essersela guadagnate.

Le giovanissime non è che non hanno voglia ma arrivano tramite una strada dove sono state “coccolate”. Hanno la consapevolezza di poter fare le giocatrici, hanno quindi un obiettivo da poter raggiungere”.

Ha prestato alla Nazionale maggiore ben 4 ragazze del gruppo Under 23 per il torneo dell’Algarve. Complice l’assenza delle milaniste per il Covid 19. Bonfantini, Caruso, Lenzini e Tortelli. Come sono andate?

“Sono tutte e quattro ragazze praticamente pronte. Di grandissima qualità tecnica e morale. Già dall’anno scorso, durante i raduni, la Bertolini spesso le chiama con le grandi.

Tortelli, che non ha giocato nel torneo portoghese, viene da un infortunio che la sta condizionando ma è una ragazza di altissimo livello.

La cittì su di loro può fare affidamento”.

Dopo il Mondiale sono sicuramente aumentate le bambine che vogliono giocare a pallone. Com’è il ruolo dei genitori, specie con l’Under 16?

“La possibilità di avere una prospettiva futura ha portato i genitori a cambiare atteggiamento nei confronti delle figlie che decidono di dedicarsi al calcio. Da un lato però ci può essere anche un risvolto negativo.

Il genitore deve essere risorsa. Deve accompagnare nel percorso le ragazze stando loro vicine nei momenti difficili e bacchettandole quando le cose vanno troppo bene.

Essendoci però una prospettiva concreta, di lavoro, di un percorso in Nazionale, alcuni genitori si fanno prendere un po’ la mano. Ci sono già i procuratori e come dappertutto ci sono quelli seri che badano al ben della ragazza e quelli meno seri che creano false aspettative.

Lo ripeto perchè il messaggio è molto importante, i genitori devono essere una risorsa”.

L’Under 16 al Torneo La Manga non ha ottenuto i risultati sperati, due pareggi con Costa Rica e Slovacchia e una sconfitta con la Norvegia. Indipendentemente da questo, per la crescita delle sue ragazze, come giudica il torneo?

“E’ stato un torneo positivo.

Torno a dire che l’aspetto emotivo per queste ragazzine è gigantesco e non va sottovalutato. Basti pensare che su 20 ragazze, in 4 non avevano mai preso l’aereo. Per 18 ragazze poi è stata la prima maglia azzurra, il primo inno (solo due erano sotto età l’anno precedente) ed il primo torneo internazionale.

Tutte cose non semplici da gestire. Anche noi grandi quando parte l’inno, anche se lo sentiamo da diversi anni, ci fa un certo effetto.

Sul campo siamo andate bene, meritavamo di più nelle prime due gare dove abbiamo peccato solo nel non finalizzare quanto creato. Ci lavoreremo. Nell’ultima gara abbiamo perso contro una squadra al momento più forte di noi.

Ma ci tengo a sottolineare che tutte le ragazze sono partite titolari. Tutte le ragazze hanno giocato almeno 90 minuti.

L’obiettivo principale è quello di fare loro rompere il ghiaccio per farle essere pronte per quando in futuro ci saranno manifestazioni ufficiali come gli Europei. Oltretutto questo gruppo delle 2004 è un gruppo forte”.

Anche i risultati quindi arriveranno.

“Sicuramente vedo un bel futuro. Oltre alle calciatrici di questo gruppo del 2004, abbiamo infatti due attaccanti, già aggregate all’Under 17, che sono molto forti (Chiara Beccari della Juventus e Matilde Pavan dell’Inter, n.d.r.)”.

TCF – Jacopo Calamai (seconda parte)


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