Protagonista nel corso della trasmissione “Tutto Calcio Femminile” su TMW Radio, Giulia Rizzon, capitana del Como Women, ha parlato della stagione della formazione lariana che ha conquistato la salvezza in Serie A lo scorso weekend. Queste le sue riflessioni: “Sicuramente è molto difficile adesso poter esprimere delle parole, perché comunque il campionato non è ancora finito e vogliamo farlo bene. Ci sono state e ci saranno ancora emozioni forti, che non riusciremo a dimenticare. Quello che abbiamo fatto in questo biennio è stato fantastico, nessuno avrebbe puntato un euro sulla nostra salvezza a tre dalla fine. Non era per niente scontato questo traguardo, ma il calcio è bello per questo. Alla fine i valori sulla carta contano poco, ci sono tante dinamiche che entrano in campo”.
“Difficilissimo indicare un solo pregio del Presidente Verga, è un uomo di cuore che tiene tanto a questa società. Provo una profonda ammirazione per lui, mi sono sentita subito a casa quando sono arrivata qui. Dopo aver smesso con il Mozzanica in A ho scelto di ripartire con questo club in C, un motivo d’orgoglio, non tre passi d’indietro. Il suo obiettivo si è sposato con il mio: lottare, soffrire e mai mollare. In questo doppio salto di categoria è stato la figura principale: il Como senza lui non è il Como”.
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Il racconto di Giulia Rizzon, capitana e una delle grandi protagoniste del Como Women, prosegue parlando di altre delle figure importanti dell’ambiente lariano. Queste le sue dichiarazioni a “TCF”: “Del Ds Keci mi ha colpito la sua professionalità e conoscenza, lo conoscevo ma non ci avevo mai lavorato insieme, nel calcio femminile spesso si è fatto sentire. Le sue qualità nel capire e nella ricerca della ragazza giusta è notevole, lui guarda tutto, anche i dettagli prima di prenderne una. de la Fuente è un mister atipico, il lavoro fatto insieme in questi due anni ha dato i suoi frutti”.
“La partita del cuore? Quella della salvezza con la Samp. Abbiamo vissuto otto mesi di lavoro per quel momento, sicuramente quella. Quest’anno abbiamo fermato delle grandi che nessuno si aspettava, poi ricordo belle partite anche per il contesto, come la vittoria a Marassi sempre con la Samp, bellissima sensazione. Però come detto sceglierei quella di settimana scorsa, anche per la festa davanti ai nostri tifosi. Devo dire che anche nei momenti difficili loro ci sono stati sempre, ci hanno sempre mostrato il loro attaccamento e la loro vicinanza. Li ringrazio di cuore”.
“È un grande orgoglio poter vedere crescere queste ragazze che null’altro desiderano che fare le giocatrici professioniste, come Pavan, Beccari e Beretta. Hanno tanta testa e volontà, hanno trovato fiducia nel mister che ha dato loro spazio, e poi anche la società ha puntato di loro. Io sono solo contenta del loro percorso, spero che tutte abbiano una gran crescita e mantengano la voglia di raggiungere obiettivi importanti”.
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Terza ed ultima parte dell’intervento di Giulia Rizzon a “Tutto Calcio Femminile”. La capitana del Como Women ha parlato anche di alcune altre protagoniste della Serie A e della Nazionale Azzurra. Queste le sue riflessioni: “La squadra che mi ha colpito di più? La Roma è scontato dirla, ma ha preso la Juve in un momento di debolezza. Con le bianconere abbiamo perso male la prima e poi abbiamo pareggiato, la Roma non è mai stata altalenante, ha sempre vinto, anche con gol segnati nei minuti finali. Meritano di aver vinto lo Scudetto per il gioco espresso. Per quanto riguarda le calciatrici direi Boquete, contro di noi non l’ho mai vista, ha una velocità disarmante nel controllo palla. Poi certo, anche Beerensteyn e Chawinga mi hanno colpito per dirne altre due. Beccari è forte, io le dico che appena vede la porta deve tirare, ha bisogno di crederci e provarci, anche se non ha tantissime occasioni. Giocare con una neo-promossa è diverso dalla Juve, è più difficile perché serve maggior cinismo. Lei da noi ha fatto benissimo. Deve continuare così, può arrivare in alto anche con l’Italia, può essere l’erede di Girelli”.
“Convocazione in Nazionale? Io ho imparato, grazie a una mia compagna, a pensare al qui ed ora. Riempirmi di troppi pensieri non va bene, il mio obiettivo era salvarmi con il Como e l’ho raggiunto. Ora voglio ancora onorare la maglia, anche nelle tre partite rimanenti. Questa è stata la settimana successiva alla salvezza, nonostante questo vedo il doppio dell’intensità e della combattività rispetto a prima. Questo è essere professioniste”.
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