E’ vero, era una partita senza obiettivi di classifica. Ed è anche vero che soprattutto mister Spugna ha proposto per almeno un’ora la seconda squadra. Ma le sfide tra Juve e Roma non sono mai “allenamenti”. Non sono mai sfide banali. E allora il 5 a 2 che le ragazze di Montemurro hanno rifilato alle campionesse d’Italia lascia comunque il segno. Ed è un messaggio da non sottovalutare in vista della finale di Coppa Italia che rivedrà tra pochi giorni in campo queste due storiche rivali.
Di sicuro, la Juve ha preso questa sfida moto più sul serio delle avversarie. Si capisce dall’undici proposto dal tecnico bianconero e dall’approccio alla gara. Dopo una traversa colpita da Ciccotti (brava Aprile a deviare il pallone per quello che serviva) è solo Juve. Vanno a segno la talentuosa Nystrom con una micidiale conclusione dal limite, poi tocca a Girelli mettere anche la sua firma con un sinistro velenoso in area e il primo tempo si chiude con una pennellata su punizione di Cernoia. Tanta roba. La Roma fa da spettatrice. Incapace di ripartire. Incapace di dare ordine e pericolosità alla sua manovra.
Anche la ripresa inizia tutta in chiave bianconera con Cantore, forse la migliore in campo, che mette il suo sigillo realizzando il 4 a 0. A quel punto Spugna inserisce alcune delle titolari. Perdere ci può stare ma essere travolte dà fastidio. E’ una questione di stile e di orgoglio. La squadra giallorossa reagisce con le reti di Minami e della solita Roman Haug. L’ultimo squillo però è ancora della Juve. E’ Pedersen che appoggia in rete un perfetto assist di Cantore. Poi, va a salutare i tifosi. Per lei è l’ultima gara con la maglia bianconera a Vinovo. La società ha deciso di non rinnovarle il contratto. Se ne va una grande calciatrice e una vera leader. Finisce 5 a 2, con la Roma che prova ad accorciare ancora le distanze senza riuscirci. La rivincita nella finale di Coppa Italia. Sarà un altro grande spettacolo.
TCF
