Non ci può essere spazio per il razzismo nel calcio femminile italiano. La Jesina ha fatto bene a prendere le distanze da chi si è comportato in maniera indegna con l’attaccante del Vicenza Rafiat Sule. Ma serve qualcosa in più. Serve identificare persone che non possono e non devono avere cittadinanza nel femminile. Per fortuna i razzisti non possono nascondersi dentro curve da diecimila persone. Identificarli non dovrebbe essere un problema. Le forze dell’ordine collaborino per avere nomi e cognomi di questi teppisti. E oltre ad una condanna morale deve scattare un Daspo a vita.
TCF