Dal tema professionismo, che potrebbe subire una brusca frenata a causa di questo stop, alla divario che ancora persiste tra le squadre italiane ed i top club europei. Carolina Morace ha parlato cosi ai microfoni di JuventusNews24:
“Rallentamenti per il professionismo? C’è un semplice decreto fiscale fatto sulla Legge di Stabilità. Si è parlato di professionismo che non c’entra nulla perché questo emendamento prevede il pagamento tre anni di contributi del Governo alle giocatrici. Dopo questi tre anni, chi pagherà questi contributi? Il diventare professioniste dipende dalla FIGC, che deve dire sì. È chiaro che ci sono dei costi di sostenibilità. Ci sono diversi campionati professionistici per i maschi e nemmeno uno per il femminile. Non c’è sostenibilità neppure per la Lega Pro che ha un costo altissimo. Nel femminile non ce n’è uno. I numeri del calcio femminile sono troppo bassi”.
“La vera svolta del calcio in rosa? Sky e Tuttosport, che parlano sempre di calcio femminile e sono sempre sul pezzo. E il fatto di aver fatto i Mondiali in quel periodo. Società maschili professionistiche? Anche questo è stato assolutamente un grande incentivo per il calcio femminile, un grosso passo avanti”.
“Sullo spostamento dell’Europeo al 2022 penso che non c’era altro da fare. Esperienza in più? Bisogna vedere se possono essere fatte amichevoli nel resto del mondo, ho dubbi sulle attività internazionali visto che tutti i Paesi sono in Stati diversi. Diminuire il gap con le big d’Europa? Fino a quando non si diventa professioniste e non si lascia il libero mercato in Italia non verranno mai le calciatrici più forti. Finché non ci sarà questa apertura al professionismo, le finali di Champions le squadre femminili italiane non le vedranno da protagoniste”.
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