Nella seconda parte della sua intervista a ‘DaznTalk’, Barbara Bonansea parla di sogni, percorsi, maturità e lezioni di vita imparate vestendo la maglia della Juventus, la squadra che ha sempre tifato e della quale fa parte fin dalla sua fondazione. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:
“In sei anni di Juve sono cambiata tanto, ho imparato molto. La cosa più grande è che ho percepito la dedizione al lavoro, la capacità di vedere che lavorando si tira fuori talento. Quando si arriva alla Juve ti accorgi che nulla è scontato. Si respira proprio quando arrivi qui. Vorrei vincere la Champions con questa maglia, è il sogno di tutti. Vincerla con la squadra del cuore che tifo fin da bambina sarebbe un sogno. Io sono molto felice della carriera che ho fatto come donna e come persona anche se non dovessi riuscirci, ma se dovessi dire un sogno sarebbe questo”.
“Mi fa molto piacere quando qualcuna viene a chiedermi un consiglio. Non mi rendo conto di poter essere un esempio anche se a volte lo sono. Ovviamente sono un po’ più anziana e quando qualcuna fa qualche movimento sbagliato provo ad aiutarle. Le mie compagne più giovani sono molto propense all’ascolto, ogni tanto mi rivedo in loro e mi piacerebbe avere un adulto più grande che mi possa dare una mano”.
“Anni fa quando ero piccolina il calcio femminile non era conosciuto. Io non sognavo di diventare calciatrice, giocavo perchè mi piaceva, mi divertivo. Poi di anno in anno ho potuto sognare di diventare calciatrice, la strada è stata lineare. Spesso mi scrivono ragazze che i genitori o gli amici le ostacolano, io dico sempre che lo sport è sport e se ti piace davvero devi continuare a farlo, allenarti e divertiti più che puoi“.
“Non ci sono stati momenti in cui ho avuto paura di non farcela. Sono ottimista, vivo alla giornata. Il carattere forse non mi ha mai fatto percepire di non farcela, non mi sono mai posta l’obiettivo di diventare qualcosa o qualcuno, non ponendomi obiettivi grandi non ho mai avuto paura quindi. Gli obiettivi nella vita chiaramente ci sono ma non andavo troppo in là con la mente e con i pensieri ed è più facile lavorare per raggiungerlo”.
TCF