Nelle scorse settimane Bianca Raicu, estremo difensore ex tra le altre di Torres, Chievo e Apulia Trani, ha annunciato il suo prematuro addio al calcio. La giocatrice si è raccontata sulle pagine di L Football spiegando le motivazioni di questa sua decisione, e parlando di come gli infortuni e varie situazioni sfortunate abbiano particolarmente inciso sulla sua scelta. Queste le sue dichiarazioni: “Non mi sono mai trovata al posto giusto nel momento giusto. Penso che nel lavoro, come nella vita in generale, la fortuna sia una componente decisiva. Spesso si parla del talento, della determinazione, dei sacrifici e sono pienamente d’accordo, ma non bisogna dimenticare che anche la fortuna gioca un ruolo importante. A livello calcistico sono stata molto sfortunata, ma allo stesso tempo posso dire che a livello umano invece ho incontrato persone che hanno fatto parte del mio viaggio e mi hanno aiutata a diventare la donna che sono oggi.”
“Gli infortuni sono stati una componente determinante per il prosieguo della mia carriera. Sono stata davvero molto sfortunata perché avere tre gravi infortuni a distanza di poco tempo l’uno dall’altro è stato per me un durissimo colpo. Ho subito due interventi chirurgici in meno di 12 mesi, ed è stata dura non solo a livello fisico ma anche umano. Il secondo mentalmente è stato una batosta. Ecco perché mi sono seduta a un tavolo e ho iniziato a pensare e maturare la scelta di fermarmi.”
“Mi sentivo di poter dare ancora qualcosa al calcio, penso che si sia anche visto e notato nelle mie ultime apparizioni con l’Apulia Trani. Tornare in campo dopo così tanti infortuni e riuscire a giocare in Serie B mi fa pensare che potevo dire ancora la mia tra i pali. Ho dato tantissimo a questo sport ma sono convinta che avrei potuto dare ancora tanto. Mollare la presa non vuol dire arrendersi, non vuol dire rinunciare ma rivalutare le proprie priorità.”
“Gli incontri che ho fatto negli anni, persone diverse, mentalità e culture diverse, mi hanno fatto diventare la donna che sono oggi e mi hanno fatto crescere in fretta. Ringrazio tutte le compagne di squadra che ho avuto in tutti questi anni, persone che ho incontrato lungo il mio cammino. Ho giocato con ragazzine di 14 anni ma anche con donne di 50.”
“Mi è capitato di essere giudicata per la mia scelta di lasciare. Dico solo che prima di parlare una persona dovrebbe conoscere a fondo tutte le dinamiche. Dall’esterno a volte le scelte possono sembrare sbagliate e irrazionali. Uno può pensare che ho solo 24 anni, e sono in un momento in cui calcio femminile va forte, perché rinunciare? Ma tutto questo è facile per chi sta fuori, facile fraintendere le scelte che uno fa. Soltanto quando conosci a fondo la persona e quello che ha passato allora si possono comprendere le reali motivazioni, i sentimenti, le emozioni che fanno agire una persona in un modo piuttosto che in un altro”.
“Ora si apre un nuovo capitolo della mia vita. Per il momento voglio dedicarmi allo studio e spero di finire presto l’università e gli studi in Giurisprudenza. Dopo si vedrà. Sono diverse le opzioni o le strade che mi piacerebbe intraprendere. Ma voglio pensare a un passo per volta, meglio non correre troppo. Ora il mio obiettivo principale è quello di finire gli studi. Sono sincera e non nego che mi piacerebbe lavorare nel calcio, magari diventando allenatrice. Lavorare con le bambine mi fa stare bene.”